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Minori accolti a Senigallia: Caritas, "Alcuni se ne vanno, altri restano e sognano una famiglia"

2' di lettura Senigallia 16/01/2023 - È un po' un continuo andare e venire al centro di accoglienza di Senigallia, dove dalla scorsa settimana sono arrivati 39 minori stranieri non accompagnati sbarcati ad Ancona dalla Ocean Viking e dalla Geo Barents.

Dei 30 minori inizialmente annunciati ne sono arrivati la scorsa settimana 9 in più, in quanto dopo le operazioni di verifica è emerso che alcuni erano ancora minorenni pur essendosi dichiarati maggiorenni. Alcuni di loro si sono allontanati dal centro all'allestito presso l'ex hotel che si affaccia in piazzale Morandi, per raggiungere altre località italiane dove ad attenderli ci sarebbero conoscenti o parenti. Alcuni di loro sono stati rintracciati a Rimini. Lo possono fare, non sono costretti a restare ma per loro il centro di accoglienza rapprensenta l'unico vero approdo sicuro, al di fuori sarebbero minori clandestini.

Per molti di loro però non è facile capirlo. Dopo la segregazioni in Libia e il viaggio in mare con gli scafisti e il salvataggio da parte delle Ong, per loro non è facile capire di chi fidarsi e dove sono realmente al sicuro. Il lavoro incessante degli operatori della Caritas, che gestisce la struttura, in questi giorni è proprio quello di instaurare un rapporto di fiducia con questi ragazzi, tutti di età compresa tra i 15 e i 17 anni, e provenienti da vari Paesi dell'Africa come Sudan, Nigeria, Eritrea, Ciad e Ghana, e farli sentire accolti e protetti. Al centro di accoglienza resteranno massimo per trenta giorni, prima che la Prefettura assegni loro le destinazioni definitive nelle comunità per minori individuate nella Regione o anche nel resto d'Italia.

“Alcuni scappano, e questo fa notizia. Non sono in prigione, possono andare, in prigione ci sono già stati mentre erano in Libia e ora desiderano solo raggiungere un amico, un parente, un cugino. Riabbracciare una persona cara -raccontano gli operatori Caritas- Alcuni invece restano e ci guardano con timore. Hanno capito che non siamo qui a far loro del male, che non abbiamo doppi fini, che non li maltratteremo e non ruberemo loro il denaro. Tra loro c’è chi sogna una famiglia e ascolta attentamente la possibilità di essere affidato a nuovi genitori. “Ma cosa dovrò fare? Cambiare nome? Cambiare religione?”. Una famiglia nuova, quando i genitori che avevi sono morti o chissà dove sono, potrebbe diventare il sogno che spazza via gli incubi della notte”.






Questo è un articolo pubblicato il 16-01-2023 alle 18:40 sul giornale del 17 gennaio 2023 - 6444 letture

In questo articolo si parla di attualità, vivere senigallia, giulia mancinelli, articolo

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