‘’L'atleta interiore’’: quattro chiacchiere con Luciano Sabbatini, mental coach di Gianmarco Tamberi

Quando e come nasce la tua passione per lo sport in generale?
Fin da giovanissimo, ho praticato tennis, volley e altri sport alternativi al calcio che andava per la maggiore. Mi ha colpito, soprattutto nello sport di squadra, il fatto di vivere insieme emozioni positive, ma anche negative. Poi gli studi all'ISEF di Perugia mi hanno aperto un mondo fatto di tante specialità, ognuna con la sua peculiarità e tutte affascinanti.
E l’ispirazione per lo scrivere il seguente libro?
L'ispirazione è stata quella di diffondere un ‘’modus pensandi’’ dove l'atleta è al centro e il miglioramento passa attraverso la crescita della persona. L'approccio all'atleta è stato per anni frutto di esperienze personali di ogni allenatore integrate alla sensibilità individuale. Oggi numerose ricerche neuroscientifiche e nell'ambito psico-pedagogico hanno dimostrato che lo sviluppo del potenziale umano e quindi della performance, rispondono a leggi ben delineate.
Perché ne suggeriresti la lettura?
Perchè oggi un allenatore, di qualsiasi specialità, deve studiare, conoscere e apprendere per evolversi e migliorare continuamente. Nulla può essere lasciato al caso, inoltre quello che ogni giorno si fa in palestra o al campo acquisisce un valore e un importanza assoluta nell'educazione e nella crescita di ogni persona/atleta. Poi perché è un libro pragmatico, ricco di tecniche di mental training e di spunti innovativi che poggiano le basi sul coaching evolutivo e sulle neuroscienze.
A tuo avviso quanto è importante il conoscere per il singolo sportivo, di qualsiasi disciplina, ‘’l’atleta interiore’’? E quanto è altrettanto importante che lo conosca o lo concepisca il suo allenatore? E secondo te alla base di ogni risultato ottenuto, positivo o negativo che sia, quanta percentuale di responsabilità può avere un coach?
L'Atleta Interiore di ogni individuo è lo spazio fisico dove emozioni, azioni e pensieri interagiscono e, grazie a un lavoro specifico, si allineano. L'allenatore riesce a educare e far evolvere il suo atleta facendo leva su tutti e 3 gli aspetti. Finora il lavoro principale è stato quello di allenare attraverso l'azione, quindi in un ottica di Atleta Interiore estremamente riduttivo. Hai fini del risultato l'unico responsabile è colei/colui che effettua la prestazione, cioè l'atleta. L'allenatore ha responsabilità diverse: studiare, formarsi, aggiornarsi, sviluppare nell'atleta l'autonomia e l'autodeterminazione e cedere parte della propria autorità per lasciare spazio al vero protagonista del gioco.
Come ci racconteresti a livello psicologico ed emotivo il percorso di Gianmarco Tamberi, passato dalla delusione di ''Rio 2016'' alla vittoria di ''Tokyo 2020'' (2021)?
È difficile concentrare 5 anni in poche righe. Posso dire che Gianmarco oltre ad essere un grande atleta è una persona eccezionale. Nel momento del suo apice a luglio 2016 con l'olimpiade di Rio alle porte è arrivato l'infortunio. Il dopo è stato difficile, dal punto di vista fisico, tecnico e mentale. La parola magica è stato "impegno", in ogni cosa, superando step by step le difficoltà che si presentavano. Solo grazie alla sua enorme energia e alla forza del suo sogno ha saputo ricostruirsi, riaffidarsi al suo piede di stacco e giungere al capolavoro di Tokyo. È stato un risultato tutt'altro che scontato, soprattutto saltare al primo tentativo 2.37, misura con non superava da quel luglio 2016. Personalmente sono fiero di aver vissuto con lui tutto il percorso, iniziato nel 2014 e che continua ancora.
Obiettivi e ambizioni per il futuro?
Formare attraverso queste metodologie allenatori che siano innanzitutto allenatori del potenziale delle persone, prima che addestratori di tecniche cervellotiche. Dare strumenti per coltivare e alimentare relazioni che siano il fulcro su cui poter sviluppare qualsiasi processo di crescita.

Questa è un'intervista pubblicata il 15-06-2022 alle 14:58 sul giornale del 16 giugno 2022 - 781 letture
In questo articolo si parla di sport, intervista, edoardo diamantini
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