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Il ricordo dei Giochi senza Frontiere con Alessandro Bailetti e Alberto Severini: ‘’Fu un’esperienza bellissima, partecipare significava conoscere altre realtà’’

3' di lettura Senigallia 10/09/2021 - Vivere Senigallia prosegue gli incontri con i protagonisti dell’attività sportiva locale. Quest’oggi, dato il recente anniversario dei 40 anni (24 agosto 1981) della seconda partecipazione di Senigallia ai “Giochi senza frontiere”, abbiamo incontrato gli allora istruttori Alessandro Bailetti e Alberto Severini, ci raccontano con nostalgia la loro esperienza.

Qual è il vostro ricordo generale degli allora Giochi senza Frontiere? Quanta la nostalgia per questo importante evento ormai non più ufficialmente riprodotto?

Quella di JSF a Sunderland fu un’esperienza bellissima e coinvolgente alla quale partecipammo su invito dell’Eurovisione e della Rai, con grande soddisfazione del Comune di Senigallia. I due momenti che ci piace ricordare sono quello della preparazione ai giochi con gli allenamenti intensi che tenemmo allora nell’antistadio e l’incontro, a Sunderland, con tutte le altre squadre: fu un momento coinvolgente ed emozionante .La nostalgia rimane perché a quei tempi la trasmissione era molto seguita, era un primo approccio all’idea di Europa unita come la stiamo vivendo oggi, basti pensare che allora gareggiò a Sunderland la Yugoslavia, c’erano i Travel check, c’erano le frontiere.

Qual è invece il più bel ricordo che avete legato all’edizione del 1981 alla quale Senigallia partecipò, che ricordate con maggior piacere e vi piacerebbe raccontarci?

Un ricordo particolare e intenso riguarda il momento delle gare, quando i ragazzi e le ragazze dovevo prepararsi con i costumi del gioco e io e Alberto li aiutavamo a vestirsi cercando di scaricare la tensione del momento, perché, anche se era un gioco, l’aspetto agonistico comunque sempre vivo e importante. Anche la festa finale di chiusura dei giochi fu un momento significativo dove tutti ci salutammo e abbracciammo con grande commozione.

A vostro avviso quali dovevano essere le caratteristiche fondamentali di un singolo per prendere parte a questi giochi? Quali invece i valori che la sua partecipazione poteva ‘’dare’’?

Per partecipare ai giochi facemmo allora delle selezioni sia fisiche con dei test da superare e valutazioni che riguardavano in particolare l’autocontrollo e la capacità di reagire rapidamente a degli stimoli. Insomma bisognava essere fisicamente forti, veloci, coordinati e scaltri e rapidi mentalmente. Partecipare significava conoscere altre realtà, incontrare persone con stili di vita diversi, confrontarsi e fare amicizie nuove.

Come era vissuto a livello cittadino questo evento? Quanta l’emozione nel rappresentare Senigallia a livello europeo in queste importanti realtà?

La città è sempre stata presente e anche questa esperienza è stata seguita con passione e grande interesse, in particolare l’Amministrazione Comunale coinvolse nella preparazione ai giochi vari servizi comunali e ci piace ricordare l’allora Sindaco Giuseppe Orciari, Leopoldo Alessandri, Carlo Lanari che furono sempre il nostro punto di riferimento per risolvere qualsiasi problema.

Il successo dei Giochi senza frontiere superò a suo tempo qualsiasi previsione e risultò travolgente in tutta Europa. Nel 1977 una puntata dei Giochi senza frontiere segnò un'audience di circa 17 milioni di spettatori. Nel 2019 in Italia è stato invece proposto ‘’Eurogames’’, una versione rivisitata e rinnovata di questi, e altri paesi sembra abbiano svolto lo stesso passo, vedete possibile un ritorno ufficiale dei Giochi in prospettiva futura?

Ormai i tempi sono cambiati e non c’è più quello spirito che allora aleggiava in Europa, quel desiderio di incontrarsi superando le barriere dei confini, delle monete e delle lingue. Credo che una riedizione dei JSF non avrebbe il successo di allora. Meglio non ripetere.








Questo è un articolo pubblicato il 10-09-2021 alle 09:30 sul giornale del 11 settembre 2021 - 1303 letture

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