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Marisa Cinciari Rodano: "Ecco perché abbiamo scelto la mimosa per festeggiare l'8 marzo"

3' di lettura Senigallia 22/01/2021 - Marisa Cinciari Rodano ha compiuto 100 anni il 21 gennaio. Intervistata da Vivere Senigallia ha raccontato alcuni episodi della sua incredibile storia personale e ha lanciato a tutti noi un appello per il nostro futuro. "C'è una grande incertezza, non c'è chiarezza sugli obbiettivi futuri, per di più aggravata da questa pandemia (...) non c'è la possibilità di iniziative che coinvolgano la maggioranza dei cittadini."

Come è nato il suo impegno politico nella Resistenza?
Alla fina della seconda/terza liceo insieme ad alcuni compagni abbiamo costituito un gruppo che si proponeva di agire, fare qualcosa contro il regime fascita perché sentivamo il rischio della guerra imminente.
Nel primo anno di università qualcuno ci ha denunciato per cui sono stata arreata, e sono stata liberata quando sono arrivate le truppe alleate a Roma. Durante i nove mesi di occupazione tedesca, poiché ero stata schedata ho dovuto vivere alla macchia, in clandestinità, cambiare casa praticamente tutti i giorni. E così è comuniciato il mio impegno

È vero che è stata lei ha scegliere la mimomosa come simbolo della festa della donna?
È stata una storia divertente, noi donne dell'UDI (Unione donne Italiane - ndr) ci siamo riunite per cercare un fiore per l'8 marzo. Sapevamo che a Parigi l'8 marzo distribuivano mughetti e comunque cominciammo a mettere in rassegna i fiori che ci potevano essere a quella data in Italia, ma erano tutti molto costosi. Quell'anno (1946 - ndr) la mimosa era fiorita forse in anticipo e allora pensammo, ha un bel colore, non costa niente, si può raccogliere e così abbiamo deciso di scegliere la mimosa.

Quale è la cosa più importante che ha imparato in questi 100 anni e che vorrebbe lasciare in eredità alle generazioni future?
La cosa più importante è che bisogna impegnarsi, non rinchiudersi nel privato ma essere presenti sulla scena pubblica, agire secondo le proprie convinzioni e avere un impegno non solo personale o di lavoro ma anche come cittadini.

Stiamo portando avanti, anche con successo, battaglie per l'uguaglianza degli uomini, ma si ha la sensazione che il valore dell'uomo sia sempre più in caduta. Ha qualche consiglio da darci?
Bisogna impegnarsi, cercare di far fronte alla difficoltà, opporsi alle posizioni sbagliate, cercare di coinvolgere la maggioranza delle persone in un impegno che vada verso il miglioramento della società e la soluzione dei problemi.

Secondo lei l'Europa potrà arrivare a realizzare il sogno politico di unità dei padri fondatori?
Io penso si debba puntare a questo obbiettivo. Nel grande scontro tra gli Stati Uniti e la Cina è importante avere una Unione Europea coesa e forte, senza praticamente l'Europa verrebbe cancellata dalle scelte politiche generali che riguardano il mondo.

Cosa ne pensa della situazione politica attuale in Italia e nel Mondo?
È una situazione molto difficile e negativa perché c'è una grande incertezza, non c'è chiarezza sugli obbiettivi futuri e sui rapporti tra gli Stati. Per di più aggravata da questa pandemia obbliga tutti a vivere chiusi in casa e non c'è la possibilità di iniziative che coinvolgano la maggioranza dei cittadini.

Lei è nata e vissuta a Roma. Quale è il suo rapporto con Monterado e Senigallia?
È una storia complicata. Mio padre aveva dei terreni da quelle parti, io da ragazza e da bambina per passare le vacanza estive, di Natale e di Pasqua. Così è nato il mio rapporto con Monterado.

L'intervista è stata effettuata insieme a Carlo Tortarolo






Questa è un'intervista pubblicata il 22-01-2021 alle 19:23 sul giornale del 23 gennaio 2021 - 736 letture

In questo articolo si parla di attualità, michele pinto, redazione, intervista

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