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"Come i fiori di Bucaneve": una mamma racconta l'accoglienza del Giardino dei Bucaneve

7' di lettura Senigallia 16/02/2018 - Un paio di mesi fa, ho incontrato un gruppo di ragazzi diversamente abili, con la curiosità, il timore e la voglia di conoscere un frammento, seppur piccolo, della loro vita… pensando anche un po’, lo ammetto, a mio figlio da adulto. Oggi vi racconto di questo incontro!

Ho voluto fare questa esperienza al “CircOplà” a Serra De’ Conti (An), i cui responsabili sono i miei amici Andrea Giardinieri ed Elisa Mencarelli, i quali più volte mi avevano invitato ad assistere ad uno dei tanti corsi che svolgono e che sono aperti anche ai ragazzi diversamente abili.
La decisione non è stata immediata. Da madre di un bambino disabile, avevo paura di ciò che avrei potuto vedere: disillusa ormai su ciò che la società offre a questi ragazzi, ero però forte del fatto che, qualsiasi cosa avessi vissuto, avrei trovato un “porto sicuro” nell’affetto e nell’accoglienza dei miei due amici.
Sono andata, quindi, ad una delle lezioni cui partecipano un gruppo di ragazzi ed adulti disabili: un progetto psico motorio reso possibile (solo) grazie al contributo dell’associazione “Il giardino dei bucaneve” di Ostra Vetere.

L’incontro

Eccomi arrivata.
Esito ad entrare: cerco di prepararmi al “miglior scenario” che ho in mente sul mondo della disabilità adulta, fatto di ragazzi un po’ trascurati, dimessi, con gli sguardi altrove, con un posto “riservato” in un angolo del mondo, amati da quelle pochissime persone che dedicano la loro vita a chi vive una disabilità… Persone rare, mosse solo ed esclusivamente dall’amore per questi ragazzi, che però non basta a far sì che il loro vivere sia veramente vitale.
Faccio un bel respiro ed entro.

Il saluto dei ragazzi del Giardino dei Bucaneve, di Elisa ed Andrea di Circoplà ed il nostro… Per mano, insieme!

Appena mi vedono, questi ragazzi iniziano a gridare <> , e tutti che mi vengono incontro a salutare!
Il mio cuore fa un tonfo: rimango impietrita da questa accoglienza del tutto inaspettata.
Meravigliosi ragazzi che mi si avvicinano per salutarmi, baciarmi, abbracciarmi, felici di avermi lì con loro, come fosse arrivata un’amica!

Mi ritrovo in un mondo che non mi aspettavo, e mi ci immergo del tutto, senza barriere né difese… perché se loro ti aprono al proprio cuore indifeso, non puoi che aprire anche il tuo.
Mi lascio guidare da questi sette ragazzi: tra risate e battute e giochi e allegria capitanata dai miei amici Andrea ed Elisa, mi godo la loro “lezione” di giocoleria.
Uno spettacolo davanti al quale le lacrime sono arrivate spontanee come la felicità e la tenerezza nel mio cuore.

Sono stata pervasa da un sentimento forte di amore che non riesco a spiegare, e che sono certa che solo grazie alla loro spontaneità, semplicità, verità ed attaccamento alla vita ho potuto sentire.
Non ricordo i loro nomi, sebbene ognuno di loro si sia presentato con orgoglio a me, come a farmi un regalo prezioso… ma ricordo bene ogni loro volto, pulito e limpido.

Ho trovato dei ragazzi curati, profumati, ben vestiti, i cui abbracci sapevano di bucato appena raccolto e di casa… e sinceramente non me lo aspettavo: ognuno di noi trova il proprio limite nel pregiudizio, e purtroppo anch’io, almeno in questa occasione, non ho fatto eccezione.

Erano tutti lì, ed i loro limiti fisici o cognitivi non erano affatto tali in quel frangente: semplicemente in quel momento non erano importanti e nessuno li considerava… nemmeno io. Erano semplicemente ragazzi che stavano giocando, imparando, ridendo!
Una ragazza mi ha colpita profondamente. La sua gioia era incontenibile ed assolutamente contagiosa ogni qualvolta, con la sua sedia a rotelle, si lasciava correre spericolata sotto i teli di stoffa: la sua espressione in volto era di chi sta letteralmente godendo, e le sue sonore risate erano quelle della felicità.
Persino nel gioco del “far saltare il pesce senza farlo cadere” era attentissima ed entusiasta di partecipare dando quello che poteva: tenere forte forte la sua porzione di telo per non farlo cadere.

Che spettacolo questi ragazzi, e che spettacolo chi si occupa di loro!

“Il giardino dei Bucaneve”. “Proprio come i fiori di bucaneve che in pieno inverno, nonostante l’apparente fragilità, riescono a sbocciare e farsi strada fra i manti nevosi” (cit. sito internet dell’associazione).

Ho parlato a lungo con la presidente dell’associazione “Il giardino dei Bucaneve”, Sonia Sdogati.
Una donna dagli occhi azzurri ed intensi, dallo sguardo forte e fiero, una personalità decisa ed in prima linea per i suoi ragazzi ai quali dedica la maggior parte del suo tempo e della sua vita.
E’ una donna che non ha tempo da perdere Sonia: ha mille impegni, tanti incontri, mille scartoffie e troppa burocrazia da gestire, ma ha ben chiaro il uso obiettivo che è quello di dare a questi ragazzi un tempo di vita vera ed uno spazio nel mondo che sia accogliente, amorevole, sicuro.

Pragmatica e ben ancorata alla realtà, mi parla subito delle difficoltà delle famiglie di questi ragazzi, di alcune situazioni particolarmente difficili, della paura e dell’angoscia che prende ognuno di noi genitori di ragazzi diversamente abili per il futuro: il cosiddetto “Dopo di noi”.
Con fierezza ed orgoglio mi racconta che lei, assieme alle famiglie dell’associazione, ce l’hanno fatta, e che il 20 novembre del 2017 ha inaugurato il primo appartamento per il “Dopo di noi” in cui vivono già alcuni di loro, insieme come una famiglia, con le cure e l’assistenza necessarie per far fronte alle loro specifiche necessità. Un progetto ambizioso, difficile da realizzare e da mantenere, soprattutto economicamente, ma ripagato dalla consapevolezza di fare un dono ineguagliabile ai genitori di questi ragazzi disabili: il “lusso” di poter invecchiare e morire sapendo che i propri figli sono al sicuro, sereni ed in compagnia.

E’ lei, Sonia, il motore di questa associazione: i genitori aiutano come possono ma “il macchinista” è lei: lei che non ha alcun interesse economico per farlo, anzi… lei che non ha un disabile in famiglia per il quale lavorare sodo… lei che semplicemente li ama per quelle fragili e splendide creature che sono.

Durante il viaggio di ritorno, ho pianto per tutto il tempo: per tutto ciò che i miei occhi avevano visto e per tutte le emozioni forti che avevo provato, per la rabbia di sapere che questa realtà che ho conosciuto è una “perla rara in un mare di conchiglie vuote”, mentre nella maggior parte dei casi i disabili in età adulta vengono “parcheggiati” in istituti ad attendere che il tempo passi, per la speranza di una vita piena e felice anche per i nostri figli speciali… perché, come dico sempre, ciò che è stato fatto una volta, si può sempre replicare.

Perle rare in un mare di conchiglie vuote

uesti sono i ragazzi di cui si occupa l’associazione di volontariato “Il giardino dei Bucaneve” di Ostra Vetere (An), presieduto da Sonia Sdogati e resa possibile dall’unione di un gruppo di famiglie che hanno creduto in questo progetto tanto da far sì che questi ragazzi siano impegnati in molteplici attività formative, ludiche e culturali, e siano essi stessi nel mondo e non lasciati ai margini di esso. L’associazione, inoltre, recentemente ha concretizzato un progetto per il “Dopo di noi” in un appartamento a Serra De’ Conti (An) in cui alcuni ragazzi diversamente abili, ormai adulti, hanno trovato la loro casa.
Per maggiori informazioni sull’associazione vi rimando al sito http://www.ilgiardinodeibucaneve.it o alla pagina Facebook “Il giardino dei bucaneve.. progetto dopo di noi”.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 16-02-2018 alle 12:33 sul giornale del 17 febbraio 2018 - 2205 letture

In questo articolo si parla di attualità, mamma

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