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Barbara: nel mirino dell'Antiriciclaggio per un assegno per pagare il funerale, Canafoglia, "Vicenda folle"

3' di lettura 02/02/2018 - Alla morte prematura della figlia emette un assegno per aiutare il genero a pagare le spese funerarie. L'uomo finisce nel mirino del Nucleo Antiriciclaggio per aver incassato un assegno nel quale non era indicata la dicitura "non trasferibile" e decide di rivolgersi all'Unione Nazionale Consumatori.

"Una storia di ordinaria follia" dicono l'avvocato Corrado Canafoglia ed Elisa Pellegrini, a cui il genero si è rivolto.

"L'11 settembre 2017 alla morte di Gessica Micucci, moglie dell'ingegnere Marcello Mancini e figlia della signora Rosanna Baldini - spiega l'avvocato Canafoglia - La donna ha deciso di aiutare il genero a pagare le spese funerarie emettendo un assegno da 5mila euro, facente parte di un vecchio carnet di assegni, in suo possesso, risalente all'epoca antecedente l'entrata in vigore della legge antiriciclaggio, in cui non era indicata la dicitura "non trasferibile". Mancini incassa quindi l'assegno nel proprio conto corrente, aperto presso lo stesso istituto di credito, ma in una diversa filiale. L'impiegato di Banca che riceve l'assegno non rileva problemi sull'assenza della dicitura, ma è poi la stessa banca ad avviare la segnalazione, segnalazione che é discrezionale, non automatica".

Il Ministero dell’Economia e Finanze – Nucleo Antiriciclaggio contesta a Marcello Mancini la violazione dell'articolo 49/5 D. Lgs. 231/2007 “per aver incassato € 5.000 tramite assegno bancario privo della clausola di non trasferibilità” e per tale infrazione commina 6mila euro di sanzione. La norma nasce per evitare il riciclaggio di denaro proveniente da attività criminali tramite il sistema bancario.

"Il mancato inserimento della dicitura "non trasferibile" era dovuto ad una mera disattenzione del beneficiario - spiega Canafoglia - vista la tragica circostanza per cui quell’assegno era stato emesso dalla suocera, che non ha notato l’assenza della dicitura. C'è oltretutto da chiarire che la signora Baldini, è una 67enne ex operaia pensionata, che non ha conoscenza e dimestichezza con operazioni bancarie, tanto che ancora possiede assegni antecedenti l’entrata in vigore della legge antiriciclaggio e mai usati, a riprova che essa utilizza raramente l’assegno come mezzo di pagamento".

Entro trenta giorni i legali hanno emesso la memoria: "Come difensori abbiamo chiesto di annullare in via di autotutela il verbale - ha aggiunto il legale - dobbiamo tenere presente l'importo esiguo, la disattenzione delle parti e del cassiere di banca, i motivi dell’incasso dell’assegno, i rapporti di parentela tra le parti, la facile tracciabilità del denaro trasferito da un conto corrente ad un altro facenti parte dello stesso gruppo Bancario, la provenienza lecita del denaro di provvista a copertura dell’assegno riconducibile a risparmi di una vita formati da redditi di lavoro di operaia o della pensione, l’assenza di ogni volontà elusiva della norma antiriciclaggio: è paradossale che in una situazione come questa venga applicata la normativa.

SI tratta di una legge giusta, ma che in questo che non è un caso isolato, sembra piuttosto un modo per fare cassa".

Ora una commissione ad hoc dovrà valutare la vicenda e verrà emesso un decreto del Ministero di accoglimento o meno della richiesta di annullamento. Se ci sarà un'opposizione la vicenda potrà finire in tribunale.






Questo è un articolo pubblicato il 02-02-2018 alle 12:20 sul giornale del 03 febbraio 2018 - 8026 letture

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