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Senigallia più sicura con nuovi stramazzi alla foce

2' di lettura Senigallia 14/09/2015 - La questione posta dal consigliere Sartini in questi giorni supportato dagli ingegneri Macchia e Fornaroli sulla riapertura del varco sulla darsena Bixio ha focalizzato un problema di assoluta rilevanza che, a mio avviso, non dovrebbe fossilizzarsi nella ricerca di eventuali responsabilità sulla sua chiusura, ma sull’opportunità di un suo ripristino senza parteggiamenti precostituiti di schieramenti in quanto in gioco c’è la salvaguardia della città dal rischio alluvionale, obiettivo che dovrebbe stare a cuore a tutti incondizionatamente.

Le esondazioni nelle criticità di piena sono per lo più prodotte dalle parate (più semplicemente occlusioni) , nella situazione del 3 maggio dello scorso anno la principale causa dell’evento si è prodotta per la presenza in alveo di un bosco di una specie protetta che ha sbarrato il deflusso con un accumulo d’acqua a monte che ha sormontato ed eroso gli argini con le note conseguenze. Rimossi gli ostacoli non si sono più avuti problemi, nonostante il successivo verificarsi di due altre situazioni di forte criticità che hanno invece insidiato il centro storico, per fortuna senza danni.

Qui il contrasto del mare al deflusso è causa di un'altra forma di parata con valori diversi, a seconda delle proprie condizioni, e può abbattere la portata massima sostenibile da 700 metri cubi al secondo fino a 300 metri cubi al secondo nelle peggiori situazioni. La soluzione al problema è di mantenere inalterata la portata di 700 mc./sec anche con le peggiori condizioni meteomarine predisponendo nuovi sbocchi a supporto della foce. Il disegno allegato evidenzia un’ipotesi di stramazzo sulla spiaggia di levante subito dopo il faro, ma per ulteriore sicurezza si può prevedere anche la riapertura del precedente varco portuale con alcuni semplici accorgimenti che evitino la sedimentazione dei fanghi nel porto, che in caso di necessità, diventa cassa di espansione di capacità illimitata.

Con questo tipo di interventi si otterrebbe un elevato grado di sicurezza a fronte di costi relativamente modesti che farebbero propendere prioritariamente nei confronti delle vasche d’espansione che andrebbero anche riviste a favore di interventi alternativi più efficienti in grado di riqualificare l’asta fluviale anche dal punto di vista paesaggistico e ambientale e da situazione di rischio a risorsa.








Questo è un comunicato stampa pubblicato il 14-09-2015 alle 13:02 sul giornale del 15 settembre 2015 - 1068 letture

In questo articolo si parla di attualità, Paolo Landi e piace a Daniele_Sole

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