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Il Misa tra il ponte Portone e il ponte del Centro Ambiente con il nuovo porto fluviale

3' di lettura Senigallia 19/12/2014 - Nei due precedenti capitoli si è trattato l’attraversamento urbano del Misa sviluppando ipotesi di riqualificazione ambientale con la previsione di interventi solo sull’alveo e su alcune sue più dirette pertinenze per l’impossibilità di interferire su un contorno ormai staticamente definito e stabilizzato.

Sul nuovo tratto in esame non si può invece prescindere, come peraltro si è già fatto nel settimo capitolo, per la parte terminale della foce, da un’azione di interazione con il territorio circostante ancora soggetto a un potenziale di trasformazione notevole. Per la mancanza di un disegno strategico generale, si sono però prodotti, ad oggi, sperperi di risorse ed errori, magari occulti e ininfluenti sulle specifiche tematiche di progetto, ma sicuramente evidenti in un contesto amplificato. Quanto sostenuto è facilmente comprensibile con uno specifico esempio ben noto che evidenzia la difficoltà di muoversi in sicurezza, a piedi o in bicicletta, dal centro storico alla vicine zone del centro commerciale e del campus scolastico, eppure con un po’ di lungimiranza in più, nonostante la messa in guardia all’amministrazione sulle conseguenze, non avremmo mai avuto questo tipo di problema.

Traccia della proposta correttiva di allora è riportata nella illustrazione che segue, con la semirotatoria in uscita dal centro commerciale in prossimità della Comes. (anche se in questa grafica non è evidenziato l’abbinato precorso protetto ciclo pedonale) Il disegno formalizza la simulazione di un ipotetico piano strategico dove ognuno potrà curiosare sulle aree di interesse focalizzandole con maggior dettaglio e dove elenchiamo le più significative nuove proposte contenute, quali l’arretramento della ferrovia, in questo tratto sopraelevata, con la stazione di Borgo Mulino, scambiatrice tra treno, pullman e linee urbane, l’organizzazione correttiva sulle rotatorie del nuovo casello autostradale e della complanare in corrispondenza del vecchio e il nuovo diretto asse di collegamento trasversale da Borgo Coltellone a Borgo Mulino. Riprendendo la riflessioni specifica sull’asta fluviale, si parte dal ponte portone, che segna la metamorfosi dal paesaggio ambientale costruito a quello più naturale, con i fronti edificati che si allontanano e si arriva oltre il Cityper, dove andrebbe collocato un ponte come tessera mancante del nuovo indispensabile collegamento, per la restante parte già esistente.

Altra proposta di spessore può viene dal recupero sostenibile dell’area libera, oggi soggetta a rischio idraulico, confinata tra la destra del fiume, il centro commerciale e l’autostrada, con un passato urbanistico travagliato, nata come espansione commerciale e in seguito ripristinata a verde, con una soluzione di compromesso nobile che, una volta messa in sicurezza, coniughi la questione ambientale con un porto fluviale e un edificio innovativo specchiato sull’acqua e circondato da un polmone verde ispirato dal Mast di Bologna (manifattura di arti, sperimentazione e tecnologia) adattato ovviamente a nostrane esigenze e a una sostenibilità economica di iniziativa prevalentemente privata. Il nuovo porto fluviale a quota del livello del mare aprirà prospettive originali a nuove attività compatibili, sia economiche che di svago anche congeniali a un turismo diversificato che offre una condizione unica di muoversi su una via d’acqua inconsueta per gli ambiti fluviali della fascia costiera medio adriatica.

Una chiusa di sollevamento dove il fiume si immette sul porto potrà inoltre spingere la navigazione ancora più verso l’interno fino al bacino di Borgo Passera ( vedi il 5° capitolo sulla navigabilità del Misa ) Nell’illustrazione è anche visibile parte della grande passeggiata ambientale da costruire che dall’hotel Marche, centro di un auspicato lungomare unificato e attraverso il centro storico e la parte valliva extra urbana, punta a raggiungere, quantomeno, la confluenza tra Misa e Nevola, costeggiando il fiume, rettificandone il percorso dove l’alveo crea ampie insenature, lambendo comunque sempre le zone più significative. Nel prossimo conclusivo capitolo della rubrica tratteremo del Misa nell’attraversamento del parco agrario fluviale.








Questo è un comunicato stampa pubblicato il 19-12-2014 alle 11:35 sul giornale del 20 dicembre 2014 - 1473 letture

In questo articolo si parla di attualità, Paolo Landi e piace a Daniele_Sole

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