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Crisi nel senigalliese: stipendi non pagati e aumento del nero, l'allarme dei sindacati

3' di lettura Senigallia 29/10/2013 - L'economia senigalliese non solo non solo non vede la ripresa ma anzi è sempre più attanagliata da una crisi acuita da fattori che spesso sfuggono ai “censimenti” ufficiali. A rincarare la dose, dopo i dati preoccupanti diffusi dal Centro per l'Impiego sul mercato del lavoro, ci pensano i sindacati.

Il Ciof ha evidenziato come nei primi nove mesi del 2013, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, siano aumentate disoccupazione e mobilità e per contro siano calati gli avviamenti al lavoro. Per i sindacati ci sono però almeno altri tre fattori che fanno mantenere alto lo stato di allarme: il mancato pagamento degli stipendi, il ricorso al tempo parziale e una considerevole fetta di lavoro in nero operato dalle imprese.

“I dati del Ciof confermano che la percezione che avevamo rispetto ad una crisi che è ancora forte è purtroppo una realtà -commenta il segretario Cgil Mohamed El Hasani- ma noi possiamo aggiungere ulteriori elementi. Anzitutto il mancato pagamento degli stipendi. Sempre più lavoratori non percepiscono le retribuzioni anche per quattro o cinque mesi. Altro dato allarmante è che, rispetto al 2012, è aumentate del 27% la vertenzialità. C'è stata cioè un'impennata delle denunce per mancati pagamenti del tfr per datori di lavoro che, per i lavori stagionali e a chiamata, hanno denunciato molte meno giornate lavorative rispetto a quelle effettivamente svolte. In crescita anche le trasformazioni dei contratti a tempo pieno a tempo parziale. Un tentativo di reggere la crisi riducendo il lavoro da parte degli imprenditori che per i lavoratori significa però riduzione delle retribuzioni”.

Per i sindacati i dati del Centro per l'Impiego non sono una novità, ma una conferma di una preoccupazione per l'economia locale che non è mai rientrata. Nel 2013 la disoccupazione è cresciuta del 9.53% con 6.772 disoccupati contro i 5.590 del 2012. In calo, di conseguenza, gli avviamenti al lavoro che sono stati 12.370 contro i 10.622 del 2012, pari a -14.13%. A non trovare lavoro più di tutti sono stati nel 2013 i ragazzi di età compresa tra i 25 e i 29 anni (-21.77%), gli .adulti tra i 50 5 i 54 con (-20.79%) e, ovviamente, i prossimi alla pensione nella fascia di età tra i 60 e i 64 anni (-31.37%).

“La ripresa, se da qualche parte c'è, non interessa certo il nostro territorio ma riguarda piuttosto singole imprese -fa eco il segretario della Cisl Maurizio Andreolini- la disoccupazione aumenta e questo è il dato più significativo e allarmante. Abbiamo allungato il più possibile il ricorso agli ammortizzatori sociali ma la deroga alla cassa integrazione è scaduta a giugno e subito abbiamo visto gli effetti negativi con un'impennata dei licenziamenti. In questo contesto stiamo rischiando la tenuta sociale. C'è un'intera generazione, quella dei giovani tra i 25 e i 30 anni, che è completamente bruciata”.

La crisi favorisce il proliferare del ricorso al nero e all'illegalità. “Gli imprenditori si vedono aumentare i costi e ridurre il lavoro e questo spinge sempre di più il ricorso a forme di illegalità e al lavoro sommerso -aggiunge Andreolini- le istituzioni devono intervenire concretamente per dare risposte immediate. Anche per questo Cgil, Cils e Uil saranno presenti alla manifestazione indetta a Fabriano in occasione dello sciopero generale del 15 novembre”.






Questo è un articolo pubblicato il 29-10-2013 alle 23:00 sul giornale del 30 ottobre 2013 - 9636 letture

In questo articolo si parla di lavoro, giulia mancinelli, crisi

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