statistiche accessi

x

Romano: no alla pena di morte in tutto il mondo

dario romano 2' di lettura Senigallia 15/09/2010 -

Sfogliando le pagine dei quotidiani, navigando su Internet o guardando i telegiornali, ho constatato l’ampio risalto dato al caso di Sakineh Mohammadi Ashtiani, donna iraniana recentemente condannata a morte tramite lapidazione.



Il reato contestatole, per il quale è stata giudicata dalla magistratura iraniana, è quello di adulterio e coinvolgimento nell’omicidio del marito, avvenuto anni fa. Grazie ai figli di Sakineh, l’opinione pubblica internazionale ha potuto conoscere la situazione, che a dire il vero risulta ancora poco chiara. Non si hanno notizie ben dettagliate, e quelle che ci giungono spesso sono contrastanti tra loro, oppure filtrate dagli organi di stampa vicini al governo iraniano. L’unico fatto certo è che, a breve, potrebbe avere luogo una crudele esecuzione capitale nei confronti di una persona che, secondo le leggi locali, avrebbe tradito il proprio marito e si sarebbe resa complice del suo presunto omicidio. Come consigliere comunale di Senigallia e come cittadino di questo mondo, mi sento in obbligo di comunicare la mia rabbia e disdegno di fronte a tale genere di barbarie.

Mi associo, quindi, al pensiero già espresso dall’Assessore Curzi pochi giorni fa. Inoltre, ritengo che non sia nostro dovere entrare nel merito di ogni questione, perché esistono i tribunali per giudicare, i parlamenti per adottare leggi, le forze militari per farle rispettare. Su una questione però, non ci dovrebbero essere discussioni, a mio avviso: la pena di morte. In nessuno dei paesi del mondo, e in particolar modo in quelli ritenuti più civilizzati dalla comunità internazionale, dovrebbe essere permesso allo Stato di poter decidere della vita dei propri cittadini, a prescindere dei delitti che essi abbiano commesso. In tal modo, di fatto, si creerebbe la maggiore violazione delle libertà fondamentali di ogni individuo: il diritto alla vita. Il mio "no" alla pena di morte è assoluto, non ci sono casi particolari in cui si debba soprassedere: uccidere un individuo attraverso un giudizio ritenuto “equo e imparziale” è la più grande sconfitta del genere umano.


da Dario Romano
Consigliere Comunale Vivi Senigallia




Questo è un comunicato stampa pubblicato il 15-09-2010 alle 16:16 sul giornale del 16 settembre 2010 - 1947 letture

In questo articolo si parla di politica, pena di morte, vivi senigallia, dario romano, sakineh mohammadi ashtiani

Licenza Creative Commons L'indirizzo breve https://vivere.me/b0o





logoEV
logoEV
logoEV