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Battisti: il gettone dei consiglieri, così basso, è un vulnus per la democrazia

mancini sindaco 6' di lettura Senigallia 27/04/2010 - Innanzitutto corre l’obbligo di evitare ipocrisie e demagogie varie: essere Consiglieri da visibilità, può essere un volano per una carriera politica, permette di conoscere molta gente e avere contatti che possono essere utili anche per la propria professione.

Ringrazio Michele Pinto per aver sollevato un problema, quello degli emolumenti ai Consiglieri Comunali, che riguarda la democrazia partecipativa.

Il fatto che i Consiglieri Comunali percepiscano un gettone così basso è però un vulnus per la democrazia, un diritto violato, perché all’attività comunale di fatto accedono quasi esclusivamente o professionisti con reddito molto alto o dipendenti statali e comunali che dispongono di uno stipendio garantito e di alcuni benefits. Come fa un commerciale (il mio lavoro fino a pochi mesi fa) o un libero professionista, ad entrare in Consiglio Comunale, quando se non lavora non produce e, quindi non percepisce provvigioni? Come fa un lavoratore precario, con contratti a tempo determinato, a chiedere permessi per lavorare nel Consiglio Comunale, senza preoccuparsi di subire ritorsioni? E come fa un disoccupato ad impegnarsi come Consigliere, quando magari ha una famiglia da sfamare? A tutti dovrebbe essere concessa la possibilità di partecipare istituzionalmente alla vita pubblica, garantendo almeno una sopravvivenza economica. Il rischio (già in atto) è quello di perdere tante voci…
Ci sono inoltre alcuni però da scrivere e molti distinguo da fare. Alessandro Cicconi Massi nell’articolo di Pinto dice cose assolutamente condivisibili, che possono essere riassunte nella frase “di fatto (noi Consiglieri) offriamo un servizio quasi del tutto gratuito”.

Io mi permetto di aggiungere che è un servizio addirittura a perdere dal punto di vista del tempo e dei soldi spesi. Un Consigliere Comunale (parlo della mia esperienza personale, seppur agli esordi), se svolge il suo lavoro nell’interesse generale e vuole lasciare un segno della sua partecipazione è coinvolto tutti i giorni in una miriade di impegni, che di fatto fanno del suo “volontariato” (come scrive Sardella) un vero e proprio lavoro. Per preparare mozioni e interpellanze occorrono ore di studio e impegno, per riunirsi con il proprio gruppo di lavoro e decidere quali risposte dare ai problemi della cittadinanza occorrono riunioni che spesso si protraggono per ore, per ascoltare le esigenze di singoli cittadini, gruppi o associazioni occorre dedicare loro (ed è una cosa che noi Consiglieri abbiamo l’assoluto dovere di fare) tantissimo tempo (solo la scorsa settimana ho partecipato a 5 incontri per un totale di circa 12-13 ore). E poi ci sono le ore di impegno “ufficiali” nelle riunioni del Consiglio Comunale e nelle varie Commissioni.

Il “volontariato” inoltre non riguarda nessun individuo che si occupa della cosa pubblica tranne i Consiglieri Comunali. Un Assessore guadagna 1472 euro lordi al mese, il Sindaco 3270 euro lordi al mese. Un Consigliere Comunale circa 150-200 euro lordi al mese (che non bastano neanche per ripagarsi del telefonino e delle spese minime di benzina). Quindi l’impegno istituzionale va oltre il mero volontariato (che non comporta spese) dato che in questo caso c’è addirittura una remissione economica. Perché, pur considerando la diversità e l’importanza dei diversi incarichi, anche a livello comunale sussistono tali differenze?

Il Governo centrale, invece di abolire Province, ridurre deputati e senatori o enti inutili (cosa che tutti i governi promettono di fare da almeno sedici anni) provvederà a diminuire dal 2011 il numero degli Assessori e Consiglieri Comunali (con un risparmio risibile se consideriamo, come scrive l’Assessore Paci, che il Comune di Senigallia ha speso, per i propri amministratori, lo 0,0065% della spesa corrente per l'anno 2009).

Non scrivo queste cose per rivendicare chissà quali stipendi o agevolazioni, e non sarò mai io personalmente a fare battaglie in merito a questo discorso. Riconosco che la retribuzione dei politici è un tema spinoso da affrontare (ma non significa quindi che si deve evitare). L’unica cosa che mi premeva in questa sede era almeno far conoscere (per chi è distante da queste cose) l’impegno che un Consigliere deve mettere per svolgere bene e in coscienza il proprio incarico.
Tengo a sottolineare che il gettone di presenza inadeguato non deve essere uno strumento per cercare scuse, mettere paletti o inscenare piagnistei. Abbiamo voluto (noi Consiglieri) la bicicletta, conoscevamo le regole prima di essere eletti, ora dobbiamo stare zitti e pedalare. Perché verremo giudicati in base al lavoro svolto, non ci sono (e non devono esistere) alternative.

In ultimo vorrei spendere alcune righe per rispondere al Consigliere Sardella, visto che nelle sue dichiarazioni a Vivere Senigallia mi chiama direttamente in causa in quanto Consigliere anch’io. Egli attesta che “tutti i Consiglieri hanno un altro lavoro”. Gli chiedo per favore di informarsi molto bene prima di fare determinate asserzioni. L’Azienda per la quale lavoravo, data la perdurante crisi economica è fallita e ha provveduto a licenziarmi nel mese di dicembre del 2009 e, quindi, sono ufficialmente disoccupato da alcuni mesi.

Sardella inoltre dice che la politica a livello locale è servizio e la considera volontariato. Naturalmente ognuno ha diritto di pensarla come vuole, io mi limito solo a dire che fare bene il Consigliere Comunale è un lavoro a tutti gli effetti, che implica enormi responsabilità e, quindi, non mi vergognerei se avessi un gettone di presenza (non uno stipendio) congruo, che mi permettesse almeno di ripagarmi le spese mensilmente sostenute. Se, come continua Sardella nel suo contributo, l’attività amministrativa non deve diventare un secondo reddito ed è un servizio, perché non chiede ufficialmente ai Consiglieri della sua Maggioranza, agli Assessori e perché no, anche al Sindaco, di devolvere in beneficenza una parte o l’intero emolumento da loro mensilmente percepito?

Lo stesso Sardella si dice giustamente preoccupato del fatto che molte famiglie in questo periodo hanno enormi difficoltà economiche. E allora mi chiedo se non sarebbe più giusto (e non lo dico per spicciola demagogia, ma per un profondo convincimento), “spendere” le ore passate in Consiglio Comunale (dove veniamo appunto pagati con il gettone di presenza a carico dei contribuenti) per dare immediate e concrete risposte alla cittadinanza (casa, lavoro, diritti, handicap, buche nelle strade, trasporti pubblici scarsi) invece di farci sprecare ore e ore di tempo e lavoro (come da agenda imposta dalla maggioranza nell’ultima riunione Consiliare e probabilmente anche nella prossima) per cercare di modificare (e sicuramente alla fine ci riusciranno) lo Statuto Comunale (sbertucciando in questo modo il nemico numero uno, Berlusconi, accusato quotidianamente dal PD di fare leggi ad personam) allo scopo di favorire un componente della maggioranza (in questo caso il Presidente Monachesi).

da Paolo Battisti
Lista “Mancini Sindaco – Partecipazione”




Questo è un comunicato stampa pubblicato il 27-04-2010 alle 15:38 sul giornale del 28 aprile 2010 - 4760 letture

In questo articolo si parla di roberto mancini, consiglio comunale, paolo battisti, simeone sardella, democrazia, lista mancini





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