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Arcevia: piano cave, la Provincia si fa beffe del Comune

arcevia 3' di lettura 18/07/2009 - \"Tutti i nodi vengono al pettine, si potrebbe dire. Anche questa volta tocca al Comitato informare correttamente la popolazione arceviese sullo stato del Piano cave. E’ da rimarcare che il Comitato aveva già previsto la situazione estrermamente negativa che si sta creando su Monte S. Angelo a detrimento della sua valenza ambientale e dei suoi numerosi ambiti di tutela\".

E’ finito, a quanto pare, il feeling fra il Comune di Arcevia e la Provincia di Ancona. Durante la baldanza iniziale, erano state date molte assicurazioni sul rispetto dell’ambiente e sulle stesse richieste formulate dall’ammistrizione arceviese. Sconcerta ora constatare che quelle stesse assicurazioni, non valgono più niente da parte della Provincia. Innanzi tutto il Comune chiedeva – e la Provincia acconsentiva - che gli impianti estrattivi non fossero visibili dai centri abitati. Risulta, al contrario, che le aree di cava Ciarmatori saranno visibilissime dai paesi vicini, in particolare dal Castello di Piticchio.



Risulta, inoltre, che le escavazioni del progetto Cacciani saranno visibilissime dai Castelli di Caudino, Loretello, Palazzo e la sua Piana. Risultava stabilito fin dal Piano regionale che il Monte poteva essere sacrificato soltanto per estrarre materiali pregiati (maiolica e “scaglia rossa”). Dal progetto Ciarmatori risulta invece che si andrà a cavare per la maggior parte detriti e materiali marnosi di poco conto, non classificati dallo stesso Piano regionale pregiati. La stessa cosa, in gran parte, avviene anche nel progetto Cacciani. Questo in barba al Piano Regolatore di Arcevia, adeguato al Piano Paesistico Ambientale Regionale, che prevede su Monte S. Angelo una zona di tutela integrale dove è vietata l’attività estrattiva se non per materiali pregiati. Ed anche in barba all’art. 9 delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Paesistico Ambientale Regionale che pone le stesse limitazioni nelle aree GB (tav. 3) comprendenti tutto Monte S. Angelo.



Un altro schiaffo ad Arcevia: il suo PRG pone una vasta Zona di Rispetto e di Protezione attorno ai pozzi di Aia Piana, vicino al Castello di Palazzo. In questa zona è vietata l’attività estrattiva. Cava Cacciani ci si trova proprio in mezzo! A pensare che cava Mancini è stata decurtata di quasi metà superficie estrattiva per la presenza della Zona di Rispetto circostante la modesta sorgente che alimenta il Ristorante La Baita, mille volte meno importante del campo pozzi di Aia Piana. Perché due pesi e due misure fra i cavatori in gara? Un altro schiaffo ad Arcevia: su proposta dei consiglieri Verdi la Provincia aveva stabilito nella Delibera n. 14 del 2005 che il sito di cava doveva essere unico a vantaggio di una maggiore tutela ambientale. Ora ci dicono che quelle decisioni prese dal Consiglio provinciale non valgono niente. Perché ? La sig.ra Casagrande ci dia una risposta!



Ci chiediamo cosa farà il neo-sindaco Bomprezzi: subirà passivamente o difenderà il territorio comunale come suo dovere? In campagna elettorale ha promesso di “approvare le cave nel rispetto del paesaggio e delle risorse ambientali”. Ora che non lo sono più, manterrà le sue promesse ? Ci permettiamo di ricordargli che le obiezioni al Piano cave sopra riportate sono sostenute proprio dall’ Ufficio Tecnico di Arcevia. Numerose sono ancora le cose da scrivere (e da denunciare). Ci fermiamo qui per non appesantire ulteriormente l’argomento. Ci ritorneremo sopra.


da Comitato Difesa Monte Sant\'Angelo




Questo è un comunicato stampa pubblicato il 18-07-2009 alle 15:49 sul giornale del 18 luglio 2009 - 2825 letture

In questo articolo si parla di arcevia, attualità, Comitato Difesa Monte Sant\'Angelo





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