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Landi: come fare bella Senigallia

spiaggia senigallia 4' di lettura Senigallia 22/11/2008 - E\' sicuramente lodevole l\'interesse dell\'amministrazione ad aprirsi a proposte e idee innovative con le ultimissime iniziative dell\'atelier di progettazione urbana, degli studi di rinaturalizzazione della fascia costiera del Ciarnim e del concorso di idee, orientato verso un nuovo piano strutturale del verde.

Queste proposte stanno portando una ventata fresca che spalanca ad una pianificazione del territorio sempre più nuova, attuale e diversa, che tende ad abbandonare vecchi e obsoleti criteri, figliastri di norme, dettate da tabelle e percentuali troppo spesso irrazionali, che hanno mortificato la creatività, a discapito di una più corretta progettazione ragionata e multidisciplinare.


La città ben progettata sarà quella che nasce dalla sintesi e dal coordinamento di studi specifici di pari dignità, senza prevaricazioni e senza marginalizzazioni, che riuscirà a realizzare il nuovo piano regolatore, semplificato ma allo stesso tempo più razionale, rigido solo nell\'estensione del nuovo disegno infrastrutturale e di organizzione generale, di scadenza illimitata, come elaborazione analitica di ampliamento della struttura urbana esistente, flessibile invece nella impostazione dei nuovi comparti, interni alla perimetrazione compresa tra il limite predefinito della possibile espansione e l\'abitato esistente, che acquisiranno nuove destinazioni urbanistiche e regolamentazioni, solo quando ce ne sia necessità e ne esistano le condizioni, unicamente attraverso la negoziazione diretta tra proprietari e amministrazione, con reciproci vantaggi.


Il tentativo in atto della nuova pianificazione, nello specifico di Senigallia, non deve tuttavia illudere verso un risultato garantito in quanto la certezza del successo si avrà solo se alla corretta impostazione della progettualità futura si saprà legare, adattare e integrare quella in corso che, per una serie di circostanze particolari, assume una particolare importanza incisiva e decisiva per una svolta economico-strategica e storico-epocale. Sbagliare su questi progetti significa inficiare tutto, è come comporre un mosaico, con pezzi di grande pregio, accorgendosi che si sono persi alcuni elementi, non recuperabili in nessun modo. Bisogna impedire ad ogni costo la realizzazione dei due orrori che minacciano la città, la trombetta di uscita dal porto, con caratteristiche proprie di uno svincolo autostradale buttato in pieno centro città e l\'uscita a sud della complanare che ci prospetterà un brutto impatto visivo di un pesante rilevato stradale che dalla collina scende al mare. In entrambi i casi esistono alternative decisamente più valide, la prima indiscutibilmente più gradevole ed efficace, anche se un po\' più onerosa, capace però anche di riorganizzare e migliorare il traffico sul tratto di statale tra via Annibal Caro e il fiume, con l\'eliminazione del semaforo, senza controindicazione alcuna la seconda, dove economicità, funzionalità ed estetica sono tutte decisamente più favorevoli.


Ma l\'attenzione più in generale dovrà essere catalizzata su tutta la progettazione della nuova centralità, da rivisitarsi con uno studio integrato tra lungomari, area Sacelit, centro storico e asta fluviale che sopperisca a una pianificazione praticamente inesistente, affichè progetti belli quanto si vuole, come nel caso Sacelit, non finiscano per non apportare nessun valore aggiunto alla città, perchè ad essa estranei ed asettici. Stesso discorso vale per il fallimentare piano Cervellati, che in nessun modo è in grado di centrare le finalità di progetto della nuova magnificenza, del recupero degli abitanti e dell\'estromissione del traffico con il recupero dei parcheggi. E\' un piano che dovrà essere necessariamente ridimensionato con ogni mezzo, a partire dalle osservazioni, se si vorranno dare risposte concrete alla città. La nuova mentalità vincente dei buoni propositi per l\'impostazione programmatica futura dovrà quindi sposarsi con l\'attività corrente, riconoscendone errori e manifestando volontà e determinazione per intervenire apportando correzioni e rimedi. Se responsabilità politiche ci sono state, esse sono attribuibili a tutti gli schieramenti, con la maggioranza, da una parte, che si è imposta senza cercare la condivisione, passando troppo spesso sopra la testa dei cittadini e con l\'opposizione, dall\'altra, quasi mai in grado di individuare le tematiche capaci di stimolare un confronto produttivo.


Come esempi a proposito si può portare per il primo caso il progetto ecogate , di grande qualità ambientale, impostato però senza il coinvolgimento degli attori protagonisti, i campeggiatori, a cui si impone uno spostamento non condiviso, che si sarebbe invece potuto raggiungere con un loro apporto e la loro partecipazione. Caso alternativo è la contestazione generica fatta dall\'opposizione nei confronti della complanare, utilizzata non per intervenire su puntualità specifiche da migliorare, ma per sfruttarla come strumento di lusinga sugli scontenti per un futuro appoggio elettorale. In mezzo ci sono anche le contestazione dei cittadini, con conoscenze spesso approssimate, sponsorizzati da nuovi vecchi capitani di ventura, che si inventano nuove battaglie, ipotizzando i referendum, su questioni non prioritarie, né decisive e parzialmente risolte, per richiamare una giusta attenzione sulla loro volontà di coinvolgimento alla partecipazione democratica. Non è certamente un quadro idilliaco che aiuta questa fase di sviluppo. C\'è necessità di stemperare questo clima di imposizione, contrasto e ostruzionismo a favore di un ritrovato comune interesse bipartisan per la città, dalle potenzialità notevoli, che tutti amiamo e alla quale siamo legati, e se questo risultato sarà raggiunto, sarà poi facile ottenere la ricetta per renderla bella, con l\'umiltà e la consapevolezza del riconoscimento degli errori, con la volontà di correggerli, con la disponibilità e l\'accessibilità di tutti, politici e cittadini comuni, al confronto, anche passionale, ma costruttivo.






Questo è un articolo pubblicato il 22-11-2008 alle 01:01 sul giornale del 22 novembre 2008 - 1359 letture

In questo articolo si parla di spiaggia senigallia, Paolo Landi





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