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Una riflessione sulla città: il pensiero dei senigalliesi

lungomare 4' di lettura Senigallia 14/09/2008 - Noi siamo una “città normale” che spalanca gli occhi, allibita. Una città che alcuni di noi hanno contribuito a governare, e che altri vivono amandola come merita.

Non vogliamo entrare nel merito del provvedimento che ha scatenato la “tenzone all’arma bianca”, perché a nostro avviso non è stato quel provvedimento il motivo dello scontro indecente – indecente per tutti i partecipanti - ma il clima politico, che da qualche anno si vive anche a Senigallia, che ha portato alla rissa e alla logorrea di comunicati. Vogliamo riflettere su quanto la politica si sia abbruttita o, meglio, su quanto si siano “abbruttiti” i politici. Ci sono sempre stati e sempre ci saranno consigli infuocati. Ma è bene scontrarsi sulle idee, non sulle procedure. Sulle procedure e le regole da persone civili si trova sempre un accordo. Ci sono sempre stati e sempre ci saranno scontri (verbali) ma raffreddati i “bollori” è importante stringersi la mano.

Cosa è successo? Cosa spinge le persone a scagliarsi le une contro le altre? Cosa ha fatto tanto imbarbarire i politici e di conseguenza la politica? Perché persone che del confronto e della democrazia hanno fatto il loro cavallo di battaglia, gioiscono per aver “preso per il di dietro” l’avversario? Perché ogni occasione diventa una prova di forza tra maggioranza e minoranza, e addirittura “dentro” la maggioranza e “dentro” la minoranza, e non una occasione per discutere del futuro della città? Forse perché si mette il proprio tornaconto prima di ogni altra cosa? Qualcuno dice che siamo di fronte a un processo di imbarbarimento irreversibile perché la politica segue la società. E che, quindi, non c’è speranza. Noi non lo crediamo. La società, probabilmente, è solo stanca di “questa” politica. E allora – sfinita dai problemi quotidiani – abbassa la guardia e lascia fare. È la società che perde la speranza e si allontana. E la politica s’imbarbarisce nel sempre più patetico tentativo di strappare voti, visto che di consenso ne ha sempre meno. Ma per noi, la speranza è tutto. Noi siamo convinti che ci sia ancora la possibilità di essere una “città normale”. Una città normale governata dal buon senso in virtù di progetti che ci diano un futuro. Che soprattutto sappia dare speranza e serenità ai più giovani, sempre più preoccupati di un futuro che non vedono. E allora, chiediamo due cose. Innanzi tutto, chiediamo scusa per quello che è successo a nome dei politici che abbiamo votato. Perché di questo siamo tutti responsabili. Lo facciamo perché siamo certi che la politica può ancora essere una “nobile” espressione di civiltà. Certo, le scuse avrebbe dovute presentarle innanzi tutto chi siede in consiglio. Ma pare che nessuno ne senta la necessità.

Chiediamo poi di non cadere nella trappola del: “Non m’importa, tanto non cambia niente”. Perché è questo che si vuole. Una delega in bianco che dura cinque anni. Una delega a fare e disfare, senza render conto di ciò che si fa e si disfa. E invece, il fiato sul collo a chi governa fa bene. Aiuta a ricordare che siamo noi ad aver delegato loro a fare ciò che fanno in nostro nome, e non loro ad averci scelto come sudditi. Dobbiamo avere buon senso e memoria. Vigilare e non abbassare la guardia. Far capire che c’è una città che vede, ricorda e giudica. Che la “città normale” esiste, e aspetta solo di poter sperare ancora.

PS – Un nostro amico che vive negli Stati Uniti, ma che segue da lontano ma con attenzione cosa accade in quella che chiama “la mia Senigallia”, ci ha chiesto di poter firmare queste poche righe. La stessa richiesta ci viene da Antonio Luccarini, capolista a Senigallia alle primarie PD del 14 ottobre della lista “Bindi democratici davvero”. Naturalmente benvenuti a tutti i due.

Alfio Albani – Ezio Amadio -Tiziano Belardinelli – Carlo Alberto Bellagamba – Giancarlo Carnevaletti – Simone Mandolini – Vincenzo Marchetti – Carlo Massacci – Antonio Luccarini - Stefano Olivi – Mariangela Paradisi – Gianna Russo – Tonino Sartini – Guido Silvestri – Francesco Stefanelli – Roberto Turchetti









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