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Chiappetti (PD): i consiglieri delegati sono davvero necessari?

partito democratico 2' di lettura Senigallia 03/07/2008 - La recente introduzione della figura del consigliere delegato nell\'ambito del Consiglio comunale di Senigallia non è priva di perplessità. Nulla da obiettare sul piano formale: tale figura è prevista dallo Statuto e spetta al Sindaco la decisione sulla nomina, insieme all\'assegnazione di un preciso compito amministrativo.

I problemi nascono sul piano politico, perché a questo punto si accentua ancora di più la tendenza “esecutiva” dell\'istituzione comunale. Già l\'elezione diretta e altre norme collegate hanno di fatto spostato il fulcro del governo nelle mani del primo cittadino, diminuendo il valore collegiale e partecipativo degli altri due organi amministrativi, vale a dire la Giunta e il Consiglio. Prendiamo l\'esempio della Giunta.

La nomina dei suoi membri è di esclusiva competenza del Sindaco e si basa su un rapporto fiduciario personale fortemente asimmetrico. L\'autonomia dei singoli assessori, e della Giunta nel suo complesso, è minima: se una nomina con relative deleghe può essere modificata in qualsiasi momento ben si capisce come sia impossibile una dialettica vera, approfondita e utile intorno ai provvedimenti e ai progetti da portare avanti per il bene della città.

Rimaneva ancora il Consiglio comunale con il compito di esprimere un punto di vista diverso da quello strettamente esecutivo. Spetta infatti al Consiglio raccogliere le istanze dei cittadini ed esaminare le proposte di soluzione che vengono dalla Giunta, esprimendo su di esse giudizi di soddisfazione o di criticità. È il potere “legislativo” declinato in sede locale: questa e non altra deve essere la qualità specifica di un organo che, al pari del Sindaco, è stato eletto direttamente dai cittadini.

Ma con l\'allargamento del metodo delle nomine ai sette consiglieri delegati questa differenza rischia di perdersi, e il potere esecutivo si ritroverebbe senza contrappesi.
Non mancano i motivi per comprendere il successo di questa tendenza. Dopo anni di discussioni interminabili, di partiti che fanno e disfano la tela delle alleanze in base alle convenienze del momento, è chiaro che arriva il momento in cui si invocano rapidità e certezza nelle decisioni.

Ma occorre stare in guardia anche dal rischio opposto, che è quello di chiedere il consenso all\'operato politico sono in sede di campagna elettorale e poi far passare sulla testa delle gente le decisioni importanti, quelle che incidono anche per molti anni sulla vita quotidiana, limitandosi a comunicarle. La comunicazione, in democrazia, non basta. O meglio, non è abbastanza.





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 03-07-2008 alle 01:01 sul giornale del 03 luglio 2008 - 3104 letture

In questo articolo si parla di consiglio comunale, politica, fabrizio chiappetti, partito democratico, consiglieri delegati





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