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Senigallia
08/04/2008
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Come volevasi
dimostrare, anche ieri - giovedì 3 aprile - abbiamo avuto l\'ennesima
prova della non-democrazia dello Stato italiano.
Come
già successo nelle altre città della penisola, a partire dal Nord per
arrivare fino alla straordinaria giornata di Bologna, anche noi abbiamo
dato la nostra accoglienza all\'inconcepibile Ferrara e alla sua
ignobile lista pro-life.
In
moltissimi lo abbiamo contestato davanti al Teatro Sperimentale di
Pesaro dove era stato invitato a parlare; alcune di noi, mentre fuori
si fischiava, si suonavano le pentole e si ascoltava la musica, sono
entrate dentro dove si teneva la presentazione della lista. Nemmeno il
tempo di alzarci e gridare: \"Vergogna\", siamo state trascinate fuori
dalla polizia a suon di calci e pugni prontamente
intervenuta alla richiesta di difesa di Ferrara. La stessa sera ad
Ancona, i nostri corpi hanno invaso Via dei Mercanti per raggiungere
ancora una volta Ferrara e gridargli di nuovo la nostra indignazione.
Il titolo di sabato della pagina locale de \"Il Messaggero\" riporta senza mezzi termini la schiacciante realtà: \"Ferrara alla Loggia parla solo grazie alla celere\".
Evidentemente, dopo
le violenze gratuite perpetrate dalle forze dell\'ordine a Bologna e
Pesaro e la determinta resistenza che hanno trovato, è bastato un
gioioso corteo di donne e uomini che democraticamente si appropriavano
del diritto di decidere sui propri corpi, per blindare un\'intera zona
del capoluogo marchigiano.
Resistere
è stata la nostra risposta; da Bologna, dove assieme alle centinaia di
persone siamo corse nelle piazze per respingere Ferrara, a Pesaro e
Ancona dove ancora una volta abbiamo praticato il nostro diritto
all\'autodeterminazione. Contro la lista \"Aborto? No grazie\", contro la
Polizia e la vergognosa difesa attuata nei confronti di Ferrara ...
contro tutti quelli che pensano a noi come assassine o come strumento
di controllo.
Sui
giornali siamo state etichettate come \"ragazzine\" ma la verità è che
eravamo corpi: ragazze, donne e uomini che sono scesi nelle strade
della proprie città e si sono anzitutto riprese il diritto di
manifestare.
Quello
che oggi sentiamo è gioia, perchè abbiamo impedito che parole sporche,
ipocrite, ideologiche, false, offensive e pericolose per la salute, il
diritto e la cultura, potessero essere pronunciate come se nulla fosse
... come se fossero \"democratiche\". Abbiamo interrotto la conferenza di
Ferrara all\'interno del Teatro di Pesaro e abbiamo fatto arrivare le
nostre voci e i nostri desideri fino alla blindatissima sala della
conferenza di Ancona.
Abbiamo costretto a Ferrara ad uscire da entrambe le sale da porte nascoste, come un topo che scappa.
Per
affermare che sui nostri corpi decidiamo noi, che la vera sicurezza è
quella dei diritti e che il primo diritto è quello ad una vita
dignitosa.
Giù le mani dal corpo delle donne... oggi come allora.
I link con altre foto di Pesaro ed Ancona:
foto1,
foto2,
foto3,
foto 4,
articolo messaggeroIn allegato l\'audio durante i tafferugli a Pesaro.