culture migranti: Sarah, non volevo venir via dal mio paese

Sarah aveva quindici anni quando ha seguito i genitori alla volta dell’Italia, ventiquattro ore di pulman per approdare in un paese straniero, e a lei piuttosto indifferente. A tre anni da allora sente ancora la nostalgia di casa. |
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di Giulia Angeletti
“Vivevamo in campagna, mio padre era professore alle scuole medie e mia madre stava in casa, non c’era lavoro per lei. Noi eravamo quattro bambini, e non ce la facevamo ad andare avanti - ci spiega Sarah – Se sei professore o medico, c’è lavoro per te, ma per gli altri non c’è niente, non ci sono fabbriche dove lavorare”.
La Repubblica Macedone è infatti una delle aree più povere dell' ex Jugoslavia. Nei primi anni di indipendenza il paese ha risentito degli effetti negativi di molte situazioni: l'assenza di infrastrutture; la mancanza di un mercato libero; le sanzioni dell'ONU alla Serbia che rappresenta uno dei suoi principali mercati; l'embargo economico dalla Grecia per la controversia legata al nome ed alla costituzione.
“In Macedonia la vita era difficile, mancava l’acqua, a volte veniva solo per due ore al giorno. In città era tutto più semplice, e a me piaceva la città”.
Così quattro anni fa il padre di Sarah, è partito per l’Italia, ed è arrivato a Senigallia, dove già si trovavano dei parenti. “Abbiamo una zia che sono vent’anni che è qui”.
Un anno dopo dall’arrivo del padre, sono venute a Senigallia anche Sarah, la mamma e i fratelli più piccoli. “Mio padre intanto aveva trovato lavoro, e ha fatto i documenti necessari per il nostro arrivo”. Presto anche la mamma inizia a lavorare in un albergo, e i fratellini continuano ad andare a scuola.
“In Macedonia avevo finito le scuole medie, ma poi sapevo che sarei dovuta partire e non ho iniziato gli studi superiori. Qui a Senigallia all’inizio ho avuto un po’ di problemi con la lingua, e non ho potuto lavorare. Poi piano piano, grazie all’aiuto dei miei fratelli che andavano a scuola, della televisione, e poi del lavoro, sono riuscita ad imparare l’italiano abbastanza bene”.
Guardando gli annunci di lavoro sul giornale, Sarah è riuscita a trovare un lavoro come aiuto parrucchiera. Ormai sono 2 anni che sta lì, e si trova bene. “Sto imparando il mestiere e faccio anche dei corsi professionali”.
Compiuti i diciotto anni, ha anche iniziato la scuola guida.
“All’inizio mi sono trovata totalmente disorientata, la vita è completamente diversa dalla Macedonia. Per esempio mi ci sono voluti un paio di mesi per imparare le strade, e mi perdevo spesso.
È stata dura lasciare il mio paese e miei amici. Ora mi trovo bene, ma se potessi tornerei anche subito”.

Costume tipico macedone

Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 04 ottobre 2007 - 13948 letture
In questo articolo si parla di immigrati, giulia angeletti
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