Angel of Death di Jan Fabre in esclusiva alla Fenice

L’immagine del coreografo William Forsythe danza come un angelo su quattro schermi. Danza e recita “Angel of Death”, testo scritto da Jan Fabre, ispirato a Andy Warhol e dedicato proprio a Forsythe. Tre artisti diversi con il loro sguardo sul mondo, la loro personale ricerca dell’identità, le loro ossessioni e il loro corpo. |
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da Fenice Senigallia
www.fenicesenigallia.it
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Cosa li accomuna? A guidare la comunione sul palco denso di contraddizioni e inquietudini, c’è un angelo in carne e ossa, la danzatrice croata Ivana Jozic che interagisce con quanto accade sugli schermi e con la musica dal vivo del compositore sassofonista Eric Sleichim. Videoinstallazione? Performance? Danza? Arduo disegnare i contorni precisi della ricerca artistica di Jan Fabre, drammaturgo, coreografo, scrittore che ripropone in esclusiva italiana “Angel of Death” sul palco del teatro La Fenice di Senigallia il 3 e 4 marzo rispettivamente alle 21 e alle 17, nell’ambito della stagione di prosa 2006-2007 a cura di Comune (Assessorato alla Cultura), in collaborazione con Amat e For.Ma.
La performance prodotta nel 2003, torna in tournée per due sole esclusive nel mese di marzo. Prima a Senigallia in doppia replica sabato 3 e domenica 4, poi ad Anversa dal 20 al 24. Per gli appassionati di teatro è dunque una occasione unica per assistere a questo lavoro nel repertorio della compagnia di Fabre in cui si approfondisce ulteriormente la riflessione avviata nella cosiddetta “trilogia del corpo”.
Scritta nel 1996, “Angel of Death” ha come sottotitolo “un monologo per un uomo, una donna o un ermafrodito”. Da sempre, l’interesse di Fabre punta sul concetto di identità e metamorfosi, sul gender, sul corpo, sulla bellezza, sull’autenticità, sulle contraddizioni dell’artista diviso tra necessità di interiorità e isolamento, ma contemporaneamente anche di dimensione pubblica, esposta.
È questo il terreno di incontro tra i tre spiriti: Forsythe, Warhol e Fabre stesso. Al scioccante incontro tra l’imponente immagine video di Forsythe e la straordinaria danzatrice Jozic, tra le fantasmagoriche presenze di Drella e Fabre, si aggiunge l’esplorazione della prospettiva linguistica identitaria, quell’“io” in continua metamorfosi. L’allestimento consiste in quattro video pareti sulla scena, entro le quali si muove la danzatrice croata, in relazione con immagini e musica.
Il video propone immagini di Forsythe, coreografo pioniere del Balletto di Francoforte, ripreso all’interno del museo anatomico di Montpellier, mentre recita il testo scritto da Fabre che dà il titolo al lavoro: “Angel of Death” appunto (edito nel 1996 da Arche Editeur, Parigi). Il pubblico ne ricava una molteplicità di punti di vista e prospettive e stimoli nient’affatto rassicuranti, ma senz’altro coinvolgenti.
Il lavoro è arricchito dagli interventi sonori e musicali eseguiti dal vivo dal sassofonista Eric Sleichim che ne è anche l’autore. “Angel of Death” è una produzione Troubleyn/ Jan Fabre (Antwerp, Belgium), in co-produzione con deSingel.
Note biografiche
Artista visivo, coreografo, regista, scrittore, difficile sintetizzare il curriculum di Jan Fabre che dagli anni Ottanta è uno dei nomi più interessanti e innovativi sulla scena europea di ricerca. Nipote dell’entomologo Jean-Henri Fabre, nasce ad Anversa nel 1958 e studia all’Istituto di Arti Decorative e Belle Arti alla Royal Academy.
Il primo spettacolo che dirige è Theatter geschreven met een K is een kater ad Anversa, cui segue This is theatre like it was to be expected and foreseen [Questo è il teatro come ci si doveva aspettare e prevedere] nel 1982. Una performance di 8 ore, dal tramonto all’alba, che gli procura immediata fama.
Nell’84, Fabre è già alla Biennale di Venezia con The power of theatrical madness, 5 ore di lavoro interdisciplinare. A Kassel nell’ambito di “Documenta 8” esordisce nella coreografia con Dance Sections. Tra il 1991 e il ‘97 si dedica allo studio del corpo umano e la sua trasfigurazione, temi centrali nella sua opera. Tra le ultime produzioni per il palcoscenico The end comes a little bit earlier this century. But business as usual (1999), As long as the world needs a warrior’s soul (2000, in gran parte costruito a partire dal testo di Dario Fo Io, Ulrike, grido!), Je suis sang (Avignone, 2001), Het zwanenmeer (2002), Parrots & guinea pigs (2002), Je suis sang (2003), Angel of death (2003), Elle était et elle est, meme (2004), Etant donnés (2004), Quando L'Uomo principale è una donna (2004).
Biglietti
È possibile acquistare i biglietti alla biglietteria del teatro in via Battisti 19, il giorno prima dello spettacolo dalle 17.30 alle 20.30 e il giorno dello spettacolo a partire dalle 17. Il telefono della biglietteria è 071.7930842, quello per le prenotazioni 393.9567505
Info e acquisti on-line [email protected] - www.fenicesenigallia.it.

Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 27 febbraio 2007 - 2865 letture
In questo articolo si parla di teatro, teatro la fenice