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Non gli lasciano vedere il figlio, extracomunitario minaccia il suicidio

2' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Non vede il figlio di quattro anni e mezzo da tre anni e dalla disperazione tenta il suicidio.

di Penelope Pitti
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È un dramma della disperazione quello che da mesi tormenta Adil El Hilali, un marocchino di 35 anni, residente a Senigallia dal 2006, che ha minacciato di togliersi la vita, ormai disperato per l'impossibilità di vedere il figlioletto Jonathan.

Una vicenda tormentata quella iniziata per Adil con una relazione con una ragazza di Senigallia dalla quale ha avuto, appunto, un figlio. Nonostante lo abbia riconosciuto, la famiglia della ragazza avrebbe ottenuto dal Tribunale dei Minori il ritiro della patria potestà e per questo, da più di tre anni, si rifiuterebbe di far incontrare il figlio con il padre.

“Nei primi mesi dopo la nascita, nonostante la relazione con la madre fosse finita, riuscivo a vedere mio figlio, seppure saltuariamente, poi hanno detto che il Tribunale ha vietato loro di farmelo vedere -racconta Adil- secondo la famiglia della mia ex compagna ci sarebbe il pericolo che io scappi in Marocco con il bambino. Una cosa assurda. Io ho scelto sei anni fa di rifarmi una vita a Senigallia ed è qui che voglio restare. Chiedo solo di poter vedere mio figlio e compiere il mio dovere di padre”.

Inutili sarebbero state anche le richieste di aiuto che il marocchino ha più volte rivolto al Comune e anche al Tribunale dei Minori. “Sono disperato e ormai ho perso ogni speranza che qualcuno mi aiuti -prosegue Adil- ho chiesto di incontrare il sindaco, ho scritto al Tribunale ma nessuno mi ha mai dato una mano. Io voglio solo poter vedere mio figlio. Nonostante ho sempre lavorato non riesco ad avere la residenza e questo mi crea problemi anche con il permesso di soggiorno, che ho chiesto anche per motivi familiari. Anche in questo caso non ho avito risposta”.

Due anni fa Hilali si era arrampicato sulla ciminiera della Sacelit Italcementi minacciando di buttarsi nel vuoto. In quella circostanza le forze dell'ordine, dopo numerosi tentativi, lo avevano convinto a scendere. Stavolta però l'uomo si dice disposto a tutto per far sentire la sua voce di protesta. “Se vogliono che mi uccida per la disperazione lo farò e allora sarà troppo tardi - aggiunge Hilali - chiedo solo aiuto per vedere mio figlio. Non altro. Tutte le ostilità e le porte in faccia che ricevo credo che purtroppo siano legate anche al fatto che sono straniero e di fede mussulmana”.






Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 01 dicembre 2006 - 3798 letture

In questo articolo si parla di cronaca, penelope pitti, immigrati





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