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La confusione degli adolescenti senigalliesi

2' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Un'indagine sugli adolescenti senigalliesi voluta per contrastare l'uso e l'abuso di alcolici ha dato esiti allarmanti. I ragazzi non sanno chi sono e non si stimano. E per non pensarci bevono.


I vari enti che affrontano il problema dell'alcolismo a Senigallia hanno dato vita alla "carta della rete dei servizi per le alcooldipendnze" al fine di offrire al cittadino con problemi di questo genere un'assistenza completa, che possa prendersi cura sia di chi ha abusato il sabato sera che dell'alcolista cronico. Dal numero verde (800.250525) da chiamare per chi riconosce di aver bisogno di aiuto fino al processo di riabilitazione.
Il progetto, coordinato dal Comune di Senigallia, coinvolge i vigili urbani, la coopertiva IRS l'aurora, la casa di cura Villa Silvia e l'ASL 4.
Nell'ambito di questo progetto il la cooperativa IRS l'Aurora ha condotto un'indagine su 12 classi delle scuole superiori senigalliesi.
In 8 incontri, svoltisi principalmente in ore "prestate" dai professori di religione i ragazzi hanno compilato due questionari, uno sulla conoscenza di se e uno più specifico sull'uso di sostanze alcoliche.
Il quadro che ne è uscito è davvero desolante. Il dato che balza subito agli occhi è una mancanza di autostima. Alle domande su cosa gli altri apprezzano i ragazzi hanno risposto con difficoltà, mentre non hanno avuto problemi nel rispondere a cosa gli altri non apprezzano in loro.
I ragazzi fanno fatica a trovare il loro io. Si comportano diversamente a seconda dell'ambiente in cui si trovano, senza sapere chi sono veramente.
"Quando abbiamo portato i risultati del test sulla conoscenza di se - ci dice Michela Bomprezzi della cooperativa IRS l'Aurora - l'attenzione dei ragazzi era impressionate".
Ma questo non è l'unico dato preoccupante. Almeno i tre quarti dei ragazzi nel fine settimana bevono per diventare "più allegri", per divertirsi e perdere i freni inibitori. "Quello che mi preoccupa - continua Michela Bomprezzi - è che non vedono alcun rischio in questo comportamento".

di Michele Pinto
[email protected]





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 22 gennaio 2004 - 1250 letture

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