statistiche accessi

x

l'eco: Marchetti, non solo una scuola

3' di lettura Senigallia 30/11/-0001 - Continua il viaggio de L'Eco tra i personaggi storici di Senigallia.

II conte Giovanni Marchetti degli Angelini nacque nel 1790. La sua famiglia paterna, tra le antiche bergamasche, si era trasferita a Senigallia nel XVI secolo. Ad undici anni entrò nel collegio dei nobili di Parma, diretto dai padri ex-gesuiti, dove portò a termine gli studi di eloquenza. Nel 1806, a causa della soppressione di quel collegio, passò a studiare filosofia nel collegio Nazareno di Roma, dove ebbe come compagno di studi Giovanni Maria Mastai (futuro papa Pio IX).
Nel 1808 fu richiamato, dopo la morte del padre, a Bologna dalla madre, e qui conobbe il Giordani e il Costa che lo indirizzarono verso gli studi delle umane lettere. Poco più di due anni dopo il conte Aldini, ministro di stato per il Regno d'Italia a Parigi, lo chiamo a sé dandogli un onorevole ufficio nella diplomazia. Dimorò a Parigi più di tre anni, durante i quali ampliò grandemente la sua educazione letteraria, intanto che cresceva il suo amore per la Francia e per Napoleone. Dopo la caduta di quest'ultimo. Marchetti tornò a Bologna commosso dalla catastrofe dell'impero.
II Nostro fu sempre di costumi moderati e modesti ed ebbe una parte molto secondaria nelle congiure e nei moti di cui Bologna era centro nel 1831. Il suo ardore politico divampò quando Pio IX parve preludere alla rigenerazione morale e politica della nazione, il pontefice lo chiamò alla consulta di Stato e lo creò commendatore per poi affidargli, nel 1848, il portafoglio di ministro per gli affari esteri; proprio a Roma era stata eseguita in Campidoglio la sua "Cantata in onore di Pio IX", musicata da Rossini. Intanto il collegio elettorale di Senigallia lo elesse deputato al parlamento romano. Lasciò ben presto gli incarichi politici tornando a vita privata, dove trovava il conforto dei familiari. Moriva nel 1852.
Nei suoi versi si può ammirare la finitezza della forma, la sincerità delle frasi leggiadria e l'efficacia dello stile, l'equilibrio tra ragione e sentimento. Classico nella visione della natura rifugge dalle nebbie mitologiche e sa derivare in sé, dalle letterature d'Europa, uno spirito nuovo. Carducci disse di lui "Rinfrescò d'un rivolo di petrarchismo più andante la rigida scuola bolognese, e infuse uno spirito di poesia quasi storicamente romantico nelle forme della cantica mondana".
Fu autore di canzoni e sonetti, ma la sua opera più importante resta la cantica "Una notte di Dante - 1838", dove il sommo poeta, peregrinando in cerca di pace, giunge a Fonte Avellana e qui ha una discussione con il priore del monastero sulle sorti dell'Italia.
La cantica rientra fra quelle opere che hanno avuto come motore di ispirazione la Divina Commedia - tra l'altro il Marchetti fu un importante studioso di Dante - , ma resta ugualmente un'opera di grande bellezza sia per la forma, sia per la generosità dei sentimenti.
di Stefano Perini





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 16 gennaio 2004 - 2171 letture

In questo articolo si parla di





logoEV
logoEV
logoEV