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voce misena: Nelle mani del Signore

5' di lettura Senigallia 30/11/-0001 - Suor Maria Benedicta, che da pochi giorni si è consacrata monaca benedettina nel monastero di via dell'Angelo, esprime i suoi sentimenti per questo evento di grazia.

“Celebrate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome. Ho cercato il Signore e mi ha risposto e da ogni timore mi ha liberato. Guardate a lui e sarete raggianti, non saranno confusi i vostri volti" (Sal 34,4-6). Non saprei certamente trovare parole migliori - non per niente si tratta della Parola di Dio - per esprimere la mia gioia e la mia gratitudine al Signore per il dono elargitomi, nonché una "istantanea" che vuol riprodurre, in forma necessariamente sintetica, quanto il Signore ha operato nella mia vita. Ad appena due giorni dalla mia consacrazione a Dio nella vita monastica, mi sembra che le parole che meglio possano dire ciò che sto vivendo siano tre: stupore, gioia e gratitudine.
Nei giorni precedenti la mia consacrazione, il Signore mi ha fatto toccare con mano come il suo amore mi abbia condotta e sostenuta lungo tutto il mio cammino. Mi ha fatto comprendere come in tutti i momenti e gli episodi della mia vita, anche in quelli dolorosi, anche in quelli segnati dalla debolezza e dal peccato, anzi ancor più in quelli, Dio, Padre ricco di misericordia, mi abbia sempre guardata con immenso amore e compassione, soffrendo con e per me, quasi gemendo con trepidazione nell'attesa che io mi aprissi a Lui e accogliessi la sua chiamata alla vita e alla beatitudine.
E così, di fronte alla percezione della pazienza e della benevolenza con cui Dio ha guidato i miei passi fino all'incontro con sé, rivelandomisi come Amore senza limiti nel suo Figlio crocifisso e risorto, come non essere pervasa dallo stupore che nasce dall'incontro della creatura con il Creatore, l'Onnipotente, l'Eterno?
Da questo incontro sgorga copiosa gioia, che come un fiume sembra inondare il cuore e da lì fluire in tutte le membra! "Perché voi monti saltellate come arieti e voi colline come agnelli di un gregge?" ( Sal 114,6). Faccio mia questa immagine del salmista: al passaggio del Signore non si può che esultare e balzare di gioia! E soprattutto si vorrebbe contagiare con questa gioia il mondo intero e gridare a tutti: "Gustate e vedete quanto è buono il Signore; beato l'uomo che in lui si rifugia" (Sal 34,9)!
E dalla consapevolezza che tale stato del mio essere non si giustifica che in virtù di una scelta assolutamente gratuita di Dio, ecco originarsi in me un sentimento di profonda gratitudine!
Gratitudine anzitutto verso Dio Padre, che fin "dal principio" mi ha scelta per stringere con me un'alleanza eterna chiamandomi alle nozze con suo Figlio, "il più bello tra i figli dell'uomo" (Sal 45,3).
Gratitudine perché mi ha amata e mi ama per quella che sono, con i miei nei e le mie cicatrici... ma per lui sono bella così!
Gratitudine perché con sapienza e benevolenza ha continuato a bussare alla porta del mio cuore, vincendo la mia ritrosia, i miei timori, i miei tradimenti, le mie volontà che mi tiravano da tutt'altra parte. Ma lui non si è stancato di me e mi si è rivelato come il Dio fedele, che mai viene meno alle sue promesse e, amandomi di amore eterno, ha saputo sedurmi fino a conquistare il mio cuore.
Gratitudine verso la Chiesa, la vera Sposa di Cristo e mia Madre, perché mi ha generata alla fede e mi ha educata all'ascolto, al discernimento e all'accoglienza della volontà di Dio attraverso contesti e persone concrete. Penso ai fratelli del Cammino Neocatecumenale e a chi mi ha accompagnato più da vicino in questi anni, testimoniandomi che il vero amore consiste nella disponibilità a dare la propria vita per i fratelli che il Signore pone sul nostro cammino perché anch'essi possano giungere all'incontro con il Risorto e sperimentare che è possibile, in Lui e con Lui, rinascere a vita nuova, una vita che, nella verità, possa condurci alla libertà e alla pienezza della gioia.
Gratitudine verso la mia Comunità Monastica, verso le sorelle che mi hanno accolta e amata come un dono del Signore e che sono esse stesse un dono del Signore alla mia vita perché è attraverso di loro, in loro e con loro che io oggi posso cogliere e vivere l'amore di Cristo per me e per il mondo.
In particolare, sono grata alla mia Madre Abbadessa, Madre Maria Teresa e alla mia Madre Maestra, Madre Maria Pia, perché in svariate maniere - prima fra tutte la preghiera - mi hanno sostenuta ed incoraggiata in questi anni nella mia sequela di Cristo, a volte faticosa e costellata di perplessità ed interrogativi.
Gratitudine grande verso la mia famiglia e i miei genitori in particolare, chi mi hanno manifestato il loro grande amore verso di me proprio nel loro tentativo e desiderio, a volte faticoso e doloroso, di accettare e cercare di comprendere una scelta per loro inattesa e "misteriosa" quale quella della mia consacrazione al Signore nella clausura di una piccola Comunità Monastica.
Gratitudine grande verso i miei genitori perché oggi, gioendo per la mia gioia e godendo nel vedermi felice, mi dimostrano che l'amore vero non cerca il proprio ma l'altrui bene.
Gratitudine, infine, verso tutti coloro che hanno voluto manifestarmi il loro affetto e la loro vicinanza e hanno voluto essermi vicini con la preghiera in questi anni e nel giorno della mia consacrazione, il giorno più bello e importante della mia vita.
A tutti chiedo di continuare a sostenermi con la preghiera, perché io possa essere fedele al Signore mio Sposo, realizzando nella mia vita la vocazione alla quale Lui stesso mi ha chiamata: essere luce per loro e per quanti sono nelle tenebre, nella fatica, nel dolore, facendo ardere nel cuore di tutti gli uomini la fiamma dell'amore di Cristo.
di Sr. Maria Benedicta della Croce o.s.b. OM una OM





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 15 gennaio 2004 - 2544 letture

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